Pages Menu
TwitterRssFacebookPinterestGoogle Plus
Categories Menu

Posted on Set 19, 2013 in Borghi | 0 comments

Il comune di Gromo, tra boschi e miniere

Il comune di Gromo, tra boschi e miniere

La vallata in provincia di Bergamo in cui scorre il fiume Serio prende il nome di Valle Seriana e si fa strada per circa cinquanta chilometri tra le Alpi Orobie.

È una valle che presenta paesaggi diversi. Il verde dei boschi rigogliosi raggiunge altezze notevoli per poi lasciar spazio alle rocce delle Orobie e al Pizzo della Presolana, un massiccio che sembra essersi distaccato dal gruppo delle Dolomiti per posarsi tra la Val Seriana e la Val di Scalve.

Ma è anche il sottosuolo ad essere ricco, infatti, nei dintorni è possibile trovare chilometri di miniere metallifere che in passato permisero la nascita di importanti attività e lo sviluppo dell’intera valle.

I primi a sfruttare il sottosuolo furono i Romani che iniziarono a scavare il ferro intrappolato sotto uno dei borghi montani più caratteristici: Gromo.

Il comune di Gromo ha poco più di mille abitanti e deve la sua fortuna proprio all‘estrazione di ferro e argento. Soprattutto a partire dal Medioevo, infatti, nel paese sorgono numerose fucine per la lavorazione del ferro e dell’argento, utilizzati per realizzare armi, scudi e armature. È poi sotto la Repubblica di Venezia che diventa uno dei principali produttori di armi bianche, spade, pugnali, spuntoni ed alabarde, esportate in tutta Europa.

Nonostante periodi di difficoltà, che comprendono una valanga di fango molto dirompente, Gromo, fino all’Ottocento, riesce ad avere una fiorente industria del ferro che però si spegne alla fine dello stesso secolo.

Il borgo è rimasto immutato e sembra essersi fermato ai primi del Novecento. Il centro storico è costituito da case in pietra con i tipici tetti in ardesia. Non ci sono edifici moderni, ma si presenta ancora così come una volta, stretto tra le mura dei due castelli che spiccano sull’orizzonte e percorso da strette vie.

Il castello Ginami si trova nel centro storico e venne costruito su uno sperone di roccia nel 1246. La torre è rimasta quasi intatta e, all’interno dell’edificio, oltre a un salone a cassettoni dorati e un lampadario in ferro battuto raffigurante lo stemma del comune, è conservata una raccolta di oggetti antichi di notevole valore, dalle acquasantiere ai cofanetti nuziali sino a una piccola tunica battesimale del XVII secolo. Il secondo castello, conosciuto per la sua torre, chiamata Gananderio, presenta mura merlate e un cortile interno con un porticato e delle bifore. Assomiglia a un castello medievale anche se le prime datazioni risalgono al 1784.

Numerose sono le chiese, tra tutte la chiesa di San Giacomo è l’emblema di Gromo; costruita nel XII secolo, è in stile romanico e costituita da tre navate. Al suo interno racchiude magnifiche strutture lignee: l’altare e il coro Fantoniano, affreschi e tele raffiguranti la vita di San Giacomo e scene eucaristiche, due porte di rame che conservano reliquie e un magnifico organo. All’esterno si trova la cappella di San Benedetto e il vicino museo che racconta la storia cristiana del paese.

Sulla piazza centrale di Gromo di affaccia il Palazzo Comunale risalente al XV secolo che, con il suo esterno in marmo grigio venato e i suoi interni finemente realizzati e ancora ben conservati, richiama alla mente le piazzette caratteristiche che si trovano in molti paesi della Baviera.

La valle nasconde bellezze nel vero senso della parola, infatti a 1500 metri si trova l’ingresso di una grotta straordinaria chiamata Büs di Tàcoi, “buco del Gracchio Corallino”. Sono visibili le migliori formazioni carsiche tra cui: pozzi, laghetti, gallerie e strettoie con pareti decorate da incrostazioni minerali di varie forme e colori che conducono al “lago verde”. La grotta è tanto bella quanto angusta e dalle difficili condizioni essendo del tutto buia, con umidità al 100%, dieci gradi di temperatura e continuo sgocciolio.

Gromo è un borgo da visitare e da scoprire in prima persona, perché non cela nulla al visitatore e per questo rimane immobile nei secoli.

Be Sociable, Share!

Post a Reply